L’insostenibile pesantezza dell’essere uno stronzo
C’è una cosa che non ho mai capito, ma ho solo 32 anni, quindi non dispero. Un giorno, ne sono sicuro, la capirò. O morirò provandoci.
Lo so, adesso ti aspetti che ti dica qual è questa cosa. Maledetta curiosità.
La cosa che non ho mai capito, fino ad ora, è perché la gente non riesca ad apprezzare gli stronzi come me.
Mi riferisco a quelle persone che dicono le cose in faccia, non si lasciano influenzare dai giudizi degli altri, che se devono scegliere tra il silenzio omertoso e un vaffanculo non ci pensano nemmeno mezza volta.
Non credo che serva specificare cosa sceglieranno, alla fine.
Quelli che, in una parola, sono semplicemente se stessi.
Tutti bravi a parole
A chiacchiere sono tutti bravi, si scagliano contro gli ipocriti, i falsi, quelli che parlano alle spalle, poi appena incontrano qualcuno che si comporta come sostengono bisognerebbe comportarsi, lo etichettano come uno stronzo.
Perché?
È avvilente, perché lo stronzo vive di fatto in un purgatorio perenne: non è abbastanza buono per andare in paradiso, ma nemmeno abbastanza cattivo per andare all’inferno.
Il risultato, è l’esclusione sociale. Lo stronzo è, di fatto, un disadattato sociale, ma non per colpa sua.
La colpa è di chi non riesce a sostenerne la schiettezza, la verità, la sola versione coerente nel tempo che palesano.
In definitiva, la colpa è di chi non sa gestire la realtà. Peggio per loro, io preferisco sopportare l’insostenibile pesantezza dell’essere uno stronzo.
- La La Land è un omaggio a tutto, ma non è un film - 11/02/2017
- K come #kitemmuort - 24/01/2017
- L’insostenibile pesantezza dell’essere uno stronzo - 14/01/2017